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martedì 12 agosto 2014

Ortinfestival: una magia bella sana e buona



Vi volevo raccontare di ingredienti del mese, di frutta golosa e di colazioni libidinose. Poi ho avuto degli intoppi con il pc, con hard disk esterni che ancora non possiedo, con hard disk in prestito da amici. E quindi dovrò temporeggiare ancora un po’ per darvi qualche buona dritta in fatto di ricette.
E poi ho avuto altre disavventure (vi prego di non chiedermi cosa, che mi viene da piangere ancora ora...), che mi hanno atterrita completamente.
Ma. Vado avanti, e vado avanti raccontandovi di qualcosa che è dietro.
Tra l’altro, ve ne avrei pure voluto parlare in pausa pranzo, così, tanto per rilassarmi un po’, tanto per uscire con il pc sotto braccio, mettermi su una panchina e staccare dal resto. Ma nemmeno questo riesco a fare. E' ufficiale, io e il 2014 non siamo amici.
 

Facciamo che vi racconto di “Ortinfestival”?
Magari approfittandone di questi immensi viaggi in solitaria sui treni (la settimana di ferragosto, chi volete che viaggi???) e ritornando indietro di un paio di mesi, che non è mai troppo tardi per fare un tuffo nel passato.

 
Una manifestazione che mi è piaciuta molto. Intanto perché si svolge a Torino (suvvia, ormai lo sapete che ho un debole), e poi perché è in un luogo di Torino che è una favola: la Reggia di Venaria. Ma questo è solo il dettaglio: e voi sapete quanto i dettagli facciano la differenza. Se (e solo se) alla base l’idea è buona. E Ortinfestival non è solo una buona idea, ma è un evento che già dalla sua prima edizione si è manifestato come un qualcosa di lungimirante, bello, sano e giusto.

 
Quest’anno ho avuto la fortuna di assistere ad un gemellaggio con il Perù: un paese che ho anche vissuto sulla pelle in uno dei miei passati viaggi, e quindi forse proprio per questo ho ancora di più potuto assaporare i corsi di cucina, gli eventi di condivisione, i cibi di strada che queste persone meravigliose ci hanno proposto. È stato come fare un tuffo nella nostra luna di miele e approfondire ciò che all’epoca non avevamo ancora così radicato nel cuore: l’amore per il cibo sano e per le tradizioni.

 
Ho conosciuto aziende, ho assaggiato e comprato prodotti che mi sono poi portata a casa, ho mangiato in loco piatti deliziosi. Ho partecipato a corsi di cucina, a seminari di coltivazione. Ho avuto la possibilità di capire un pochino di più la filiera che c’è dietro, quella parte che molto spesso si nasconde in un banchetto di frutta e verdura.

 
Ma sopra ogni cosa, ho parlato con persone vere, in carne ed ossa, che ogni giorno lottano per farsi comprendere, per farsi conoscere e per condividere una conoscenza che hanno creato con anni di studio e di lavoro. Con persone che credono nell’etica che si nasconde dietro alla materia prima. Con persone che continuano lungo la strada più difficile: quella della qualità.

 
Quindi, state attenti, perché il prossimo anno da queste parti si tornerà a parlare di Ortinfestival e di quanto di nuovo ci saprà regalare.
Che poi a me, tra le altre cose, ha anche regalato il piacere di assaporare un panino con le acciughe… e vi sembra poco??? ;)

 
PS prevedo il prossimo a breve, a Finalborgo Medioevale! :)
 
Un ringraziamento speciale va a Vittorio Castellani Chef Kumalè, alla società Ferrino che ci ha ospitati in una tenda deliziosa (che come piace a noi, il campeggio...) e a Maddalena, la mia più grande sostenitrice in questa manifestazione. Grazie di cuore.

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