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venerdì 9 maggio 2014

#18/52 che qualcuno glielo dica


Che qualcuno glielo dica che la sveglia alle 6 della mattina non è una tortura cinese. Ma è una realtà per molte persone.
Che i sogni sono belli, ma per realizzarli si deve sudare. Faticare.
Che nessuno fa mai niente per niente. E quando accade, si assiste ad un piccolo miracolo.
Che ognuno ha il suo prezzo, tutti, nessuno escluso.
Che qualcuno glielo dica che in panetteria non chiedono un sorriso in cambio di un pò di pane, ma qualche spicciolo.
Che per viaggiare bisogna avere dei soldi. E che i soldi non fanno la felicità, ma la aiutano parecchio.

Che qualcuno glielo dica che l'abito fa il monaco, perchè è la prima cosa che vediamo. E che abbiamo un bel da dire quando sosteniamo che non è vero, che è un mondo di superficiali, che noi siamo diversi. Siamo tutti uguali, in fondo in fondo.
Ma nonostante questo, qualcono glielo dica che non si possono giudicare le persone, finchè non le si conosce. E nemmeno quando le si conosce.
Che in questo mondo magico sono in pochi quelli che pedalano per il gusto di pedalare. Qualcuno c'è. Ma anche quel qualcuno, a furia di farlo e di non trovare mai una spiaggia in cui riposarsi, potrebbe stufarsi di girare a vuoto. In fondo il mondo non è una stanza, il mondo è grande. E a suon di pedalare si ha voglia di arrivare. Da qualche parte. Mica siamo su una ciclette!
Che qualcuno glielo dica che esiste il concetto del bastone e della carota.
Che non ci si deve stupire di fronte alla ovvietà.
Che il nero è nero, il bianco è bianco, e 2+2 fa sempre 4. Quasi sempre, almeno in matematica, diciamo.
Che non esistono donne che non adorino regali per gli anniversari. O soprese. O fiori. O qualsiasi altra cosa.
Che qualcuno glielo dica che quando si segue qualcuno su Facebook non è come incontrarlo per strada. Che sui social uno mette quello che vuole che si sappia. E che si vede soprattutto anche quello che si cancella. Nè più, nè meno.
Che qualcuno glielo dica che le unghie lunghe sono tremende, soprattutto quando sono blu elettriche e magari anche con i fiorellini. E i brillantini. E i gattini. Tutto insieme appassionatamente.
Che qualcuno glielo dica che a furia di fare gli stronzi non si va da nessuna parte.
Che non si possono sapere le cose, finchè non le si vive.
Che qualcuno glielo dica, che cucinare la sera alle 20 non è un dono di pochi, ma una possibilità di tutti.
Che c'è ancora chi benedisce il lavoro che ha, indipendentemente da dov'è e dai difetti che può avere.
Che domani è sabato. E inizia il weekend. E che in fondo, quando arriverà lunedì non sarà una tragedia.

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